Tutto ha inizio nel lontano 1938 in Sardegna, dove le prime generazioni della famiglia Biancu si recano di casa in casa per tagliare capelli distinguendosi per serietà e capacità; ascolto spesso i racconti di mia madre ( Italia ) e resto a volte incredulo davanti a tanta iniziativa e tanta tenacia, mi vengono in mente i suoi racconti di quando iniziò a lavorare, di quando faceva la barba agli uomini allenandosi sulla pelle del cinghiale. Passano gli anni e il destino la premia con il suo trasferimento a Parma, dove apre il primo salone in viale Fratti e inizia così un’ avventura piena di successi e grandi soddisfazioni personali, ad oggi 70 anni di attività durante tre generazioni, sono la nostra garanzia.
Dopo 30 anni in via Fratti apriamo un salone in via Montanara col nome “Acconciature Italia” e per 10 anni passiamo moltissime ore al giorno con i nostri fedeli clienti che ci seguono poi nella nostra ultima avventura: il nuovo salone “Riflessi acconciature” in via Strobel, dove tuttora esercitiamo con la nuova identità “Satisfashion parrucchieri”. Tante sono le avventure vissute in questi anni e che meriterebbero di essere raccontate, a partire dai concorsi di mia madre a livello nazionale, dove è stata anche premiata dal giovane Mike Buongiorno. Ancora adesso sorrido pensando che a quei tempi si facevano le sfilate nei locali da ballo e le acconciature erano veramente folli se confrontate a quelle di oggi, ma ovviamente allora c’era il nuovo che avanzava!
La forza del nostro salone a mio avviso è stata ed è la continua ricerca e il desiderio di perfezionarsi ; mia sorella ( Antonietta ) vince i primi concorsi nazionali, dai campionati regionali a quelli italiani, fino alla conquista della coppa Italia. Il negozio investe tempo e denaro in corsi di dermatologia e tricologia, ai tempi la “ Redken”, in quanto a cultura del capello, spadroneggiava in Italia e noi ne eravamo i seguaci più forti. Quanti week-end passati a studiare! Ricordo che allora collegare gli atomi al mestiere del parrucchiere era da pazzi, invece oggi sappiamo di tricoptillosi o di tricoptillomania, oppure di 5alfariduttasi o più semplicemente la classica trasformazione degli zuccheri ovvero la Glicolisi.
Intanto mia sorella Antonietta vince il campionato del mondo juniores a Düsseldorf , affacciandosi così sulla scena mondiale: le sue mani si muovono con grande naturalezza, quello che per molti è difficile da raggiungere per lei è cosa semplice; la squadra nazionale si allenava a Modena e dopo il lavoro (allora chiudevamo verso le 20) mia sorella prendeva l’auto e la modella e raggiungeva Modena, tutte le settimane e poi tutti i giorni, il mese prima del concorso.
Io ( Cesare ), condizionato da tanto talento, decido di specializzarmi nella cura del capello, convinto che un capello, se ben trattato, possa dare grandi soddisfazioni. Intraprendo così un percorso grazie anche all’incontro con un grande uomo, Marino Salin: avevo appena 15 anni.
Frequento il primo corso lavoranti nell’ottobre del 1988 e mi entusiasmo a tal punto che nei sei anni successivi partecipo a tutti i corsi di tricologia, da Verona a Torino, da Ancona a Milano, poi a Madonna di Campiglio fino alla più lontana Pestum, vedo grandi città meravigliose, come Roma, Napoli, Firenze e Venezia, ma anche quelle più piccole e altrettanto affascinanti come San Giminiano e Certaldo. Trascorro intere settimane in diversi saloni, dove ho l’opportunità di confrontarmi con altri colleghi; è un periodo inquieto per me, ho un età in cui vorrei fare e dare tutto subito, ma devo stare calmo e paziente. Marino mi affascina, ha talento ed è acculturato e tutto ciò che fa e dice per me è come legge.
E’ questo il momento in cui io tiro fuori il mio carattere e quella sicurezza che solo la conoscenza e un buon esempio ti può dare; quando mi regala un microscopio, capisco che ho conquistato la sua fiducia e mi merito il suo insegnamento. Dopo alcuni mesi Marino mi sottopone a sempre nuove prove, per vedere fino a che punto voglio arrivare; riesco a superarle tutte perché mi piace tanto quello che faccio e non sento fatica, durante la settimana si lavora e la domenica e il lunedì si studia, a volte passano anche dei mesi senza che io possa trascorrere una domenica a casa: ormai la mia identità è chiara e nel frattempo frequento anche corsi di taglio e phon, convinto che un parrucchiere debba esserlo a 360 gradi. Nel 1994 Marino decide che è ora di trasmettere anche agli altri quello che ho imparato e così, dopo 8 anni di scuole in giro per l’Italia mi chiede di far parte dei tecnici italiani che lavorano per la sua nuova azienda: l’ONEIDA. Nel frattempo l’Antonietta vince anche gli europei a Parigi e gli internazionali d’Austria con tre medaglie d’oro su tre prove, più di 30 nazioni vengono battute da una piccola bionda parmigiana; ricordo come se fosse oggi la trasferta in treno, l’arrivo alla mattina e la corsa per i preparativi.
La giornata passa con emozioni forti: tutti sappiamo che l’Anto ha gareggiato bene tanto da essere tra i primi e decidiamo, finita la gara, di approfittare di un paio d’ore prima del risultato finale, per andare a vedere il centro di Vienna e prendere qualche regalino, lo stress ormai è passato e così ci allontaniamo tranquilli. Quando torniamo per assistere al gran finale, ci accorgiamo che ci siamo persi la premiazione. Che ridere! Tutti sono arrabbiati con noi, mentre noi ridiamo felici del giro fatto e già pronti per riprendere il treno e tornare in Italia, ma quando si presenta l’allenatrice italiana con le tre medaglie d’oro, per poco non sveniamo: è dovuta andare lei sul podio a ritirarle. Che figura, ma in fondo il podio non era la nostra priorità! Antonietta guadagna il tetto del mondo e il biglietto per andare a Rotterdam a disputare i campionati del mondo veri e propri, quelli della squadra titolare, e senza dilungarmi troppo concludo dicendo che a Rotterdam, davanti a migliaia di persone, hanno suonato l’inno nazionale italiano e sul podio è salita la solita piccola bionda parmigiana, questa volta con la divisa azzurra della nazionale. Un’ emozione mai provata, che ancora oggi mi prende lo stomaco!
Ovviamente la storia non è finita e da allieva è diventata allenatrice della nazionale con le stesse identiche grandi soddisfazioni.
Siamo ancora tutti insieme con collaboratrici che stimiamo, ci seguono da anni e vivono con noi gioie e dolori, ormai fanno parte della nostra grande famiglia e, a Dio piacendo, vi aspettiamo in negozio per conoscervi e per esaltare la vostra unicità.
A presto.
Antonietta, Cesare, Italia, Rossana, Michela ,Giulia, Serena, Valentina e Gabriele.